Feltrinelli SC/10

Unimark, 1965


“In Italia il libro di cultura ha quasi sempre un prezzo superiore alle possibilità del lettore medio”, e per questo motivo “SC/10 non è soltanto una nuova collana, ma anche — e soprattutto — una nuova e moderna concezione editoriale: l’high quality paperback, come è stato chiamato in America e in Inghilterra, e cioè l’edizione economica, grazie a un’alta tiratura, di opere di alto livello culturale e scientifico.” Così nel 1966 si inaugura la collana di testi classici, antichi e moderni, e di saggi contemporanei.

Se SC sta per “Serie Cultura”, non è chiaro se il “10” abbia un significato particolare, trattandosi dell’unica collana a possedere un nome in codice. Sicuro tuttavia che l’impianto grafico è affidato a un’iconica agenzia: Unimark International, nello stesso periodo in cui le librerie Feltrinelli sperimentano metodi non convenzionali per essere più “pop”, vicine al consumatore (installando flipper, organizzando incontri con gli autori, offrendo caldarroste). Sono anche gli anni in cui “i libri diventano più aggressivi, più liberi, più nervosi: il giovanotto ha capito che la sovversione ora si fa altrimenti, che i gesti devono diventare più radicali e più spregiudicati.” (Enrico Filippini, da un articolo del 1979)

Il risultato è, come già lo fu l’anno prima la Biblioteca Sansoni, un oggetto che stravolge le convenzioni dell’impostazione delle copertine, attingendo dall’arte contemporanea ma senza abbandonare il caratteristico Garamond che contraddistingueva tutti i libri Feltrinelli. I colori sgargianti irrompono nel catalogo Feltrinelli, finora dominato da bianco, nero e rosso, in contemporanea a un restyling anche della collana “I narratori”, e dell’introduzione di “Scienza Nuova”, “I protagonisti” e “l’URSS”, sempre ad opera di Bob Noorda con Massimo Vignelli presso Unimark. Una V di tre fasce a due colori alternati taglia la copertina, e i testi in Garamond, compreso il riassunto sul retro di copertina, seguono l’orientamento a 45 gradi del segno. Questa V, in tempi recenti anche interpretata come F (di Feltrinelli) inclinata, è in realtà mutuata da una serie di quadri di Kenneth Noland, coevi alle prime edizioni. Lo stesso Vignelli specifica anche un’ispirazione da linee e colori di Frank Stella, oltre a quelle di Noland.

Nelle prime pagine viene riportata, sotto il copyright a Giangiacomo Feltrinelli, la dicitura “Design: Bob Noorda & Massimo Vignelli / Unimark”. Tuttavia, Salvatore Gregorietti, che all’epoca aveva appena iniziato a lavorare presso Unimark Milano occupandosi proprio di sviluppare questa collana, rivela in un’intervista che il progetto delle copertine SC/10 fu esclusivamente di Vignelli — un’affermazione plausibile data la scarsa somiglianza con i lavori di Noorda già eseguiti presso Vallecchi (che invece presentano similitudini con altre nuove collane Feltrinelli come “I narratori” o “I protagonisti”) e il modus operandi più tipicamente vignelliano di prendere in prestito concetti dall’arte e dall’architettura moderne.

SC/10 prosegue invariata fino almeno al 1983, anno in cui inizia ad essere implementata una nuova identità coordinata per Feltrinelli ad opera di Bob Noorda e Salvatore Gregorietti e molti dei saggi vengono riediti sotto la collana “Campi del sapere”.

Erich Auerbach, Studi su Dante

Erich Auerbach, "Studi su Dante"

SC/10 1, marzo 1977 (5a edizione)

Galvano della Volpe, "Critica del gusto"

SC/10 4, aprile 1966 (1a edizione)

Louis Althusser, Etienne Balibar, Leggere il Capitale

Louis Althusser, Etienne Balibar, "Leggere il Capitale"

SC/10 33, marzo 1971 (1a edizione)

Georges Sadoul, Storia del cinema mondiale, Volume 1

Georges Sadoul, "Storia del cinema mondiale, Volume 1"

SC/10 39, giugno 1972 (1a edizione)

Giulio A. Maccacaro, Alberto Martinelli, Sociologia della medicina

Giulio A. Maccacaro, Alberto Martinelli, "Sociologia della medicina"

SC/10 Readings 6, ottobre 1977 (1a edizione)

Feltrinelli

Avvertito il rischio che la proliferazione della carta stampata potesse togliere senso al ruolo dell’editore, Giangiacomo Feltrinelli parla di “pubblicazioni necessarie”: romanzi che colgono i cambiamenti nei livelli intellettuali, estetici, morali del mondo, libri politici che accompagnano azioni politiche, testi per un pubblico che vuole conoscere. Così “Giangiacomo Feltrinelli Editore” nasce nel 1955 dalle ceneri della Cooperativa del libro popolare (Colip) da cui rileva il catalogo dell’universale economica.

Si configura fin dall’inizio, parallelamente alle aspirazioni culturali, la volontà commerciale del fondatore di controllare anche la distribuzione e la vendita dei libri, con l’apertura inizialmente a Pisa e poi a Milano, Genova, Firenze e Roma di “Librerie Feltrinelli”.

La parola d’ordine è portare a tutti i costi la gente a comprare i libri, interpretando però chiaramente gli umori del pubblico degli anni ’60. L’attività prosegue anche dopo la tragica morte del fondatore, con una prima grande ristrutturazione nel 1983 e l’espansione della rete di librerie con l’acquisto di RicordiMediaStores nel 1995. Ad oggi l’intera filiera di edizione, distribuzione e vendita di libri rimane nelle mani della holding Effe 2005 con 124 librerie in tutta Italia.

Unimark

Fondata nel 1965 da Ralph Eckerstrom, Herbert Bayer, Massimo Vignelli, Larry Klein, James Fogelman e Bob Noorda, al punto di massima espansione ha avuto uffici a Chicago, New York, Milano, Detroit, Johannesburg, Cleveland, Denver, Londra, San Francisco, Palo Alto, Aspen, Melbourne e Copenhagen. Nello studio di Milano operarono progettisti fra cui Bob Noorda, Salvatore Gregorietti, Franco Mirenzi, Antonio Tabet, Jean Stael von Holstein e Mauro Boeri. Lo studio di New York, situato nel prestigioso Seagram Building, era invece diretto da Massimo Vignelli.

Alla base dell’attività dello studio, la concezione di una grafica non più fatto individuale, ma risultato dell’attività di più persone di diversa preparazione e competenza e l’aspirazione a estendere l’idea di corporate identity. Lo studio realizza progetti per Ford, Panasonic, Knoll, JCPenney, Dreher, Memorex, America Airlines, Dalmine, Agip petroli, Volvo, Pirelli, Central National Bank, Trans Union, Brionvega, la Rinascente e altri. Tra le realizzazioni più significative la segnaletica per la metropolitana di New York e San Paolo in Brasile.

Unimark rappresenta contemporaneamente il successo e il fallimento dell’adozione di un’estetica moderna di scuola svizzera come business di proporzione internazionale. Helvetica diventò in pochi anni il volto di un’epoca, ma l’espansione sensazionale degli studi si trasformò in pochi anni in milioni di dollari di debiti. Massimo Vignelli lasciò Unimark nel 1971, quando la crescita dell’agenzia inizio a stagnare, anche lo studio di Milano diventò indipendente poco dopo. Ufficialmente l’ultimo progetto è datato 1977, a conclusion nel 1979 ormai rimase solo l’ufficio di Chicago con qualche aiutante attorno a Ralph Eckerstrom.